Fonti di luce: ricostruire una lanterna medievale

La lanterna è tra gli oggetti che, al calar della sera, più saltano all’occhio nel contesto di un accampamento medievale. Non potendo usare luce elettrica, durante gli eventi di ricostruzione, occorre avvalersi di strumenti del tempo quali candele, lucerne o, appunto lanterne.

Data la necessità di procurarsi un paio di lanterne, abbiamo scelto di ricreare degli oggetti che fossero coerenti con il periodo e con l’area geografica utilizzata come riferimento per la ricostruzione della nostra Associazione, come abbiamo già fatto in passato con altri oggetti.

La lanterna nell’iconografia medievale

La lanterna, nell’iconografia medievale, è raffigurata in numerosi contesti, ma ci sono due episodi del Nuovo Testamento in cui costituisce uno degli oggetti protagonisti della scena: l’arresto di Gesù e la Parabola della moneta smarrita.

L’arresto di Gesù nel giardino del Getsemani per mano un manipolo di guardie, condotte sul luogo da Giuda Iscariota, segue l’ultima cena e dà inizio alla Passione. Dal momento che l’evento avviene di notte, nell’iconografia cristiana le guardie si fanno luce con torce e lanterne, a volte portate in mano, a volte appese in cima a bastoni. Tra gli artisti più celebri che hanno rappresentato questo episodio evangelico possiamo sicuramente citare Giotto e Caravaggio, oltre che le opere miniate presenti in tantissimi libri d’ore (qui una gallery su Pinterest)

Giotto, Bacio di Giuda (o Cattura di Cristo). 1303-1305, Cappella degli Scrovegni, Padova.
Caravaggio, Cattura di Cristo o Presa di Cristo nell’orto. 1602, National Gallery of Ireland, Dublino.

Un altro episodio in cui ricorre la lanterna è rappresentato dalla parabola della moneta smarrita, riportata nel Vangelo secondo Luca:

«O quale donna ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta.

Così, vi dico, c’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte.»

(Luca 15,8-10)

Français 188, fol. 40, BnF XV secolo
Latin 512, fol. 37, BnF XV secolo
Latin 511, fol. 36, BnF 1370-1380

I nostri riferimenti per la ricostruzione

Per la ricostruzione delle nostre lanterne, oltre a confrontare forma e dimensioni con altri esempi ricavati dalle precedenti ricerche, abbiamo fatto riferimento principalmente a un affresco presente nella Precettoria di San Leonardo di Chieri, in provincia di Torino, raffigurante proprio l’arresto di Gesù e facente parte di un ciclo di affreschi sulla Passione di Cristo realizzato tra il 1405 e il 1418.

Il ciclo di affreschi è conservato nell’antica cappella dell’Ospedale Gerosolimitano di San Leonardo, un tempo facente parte di un più ampio complesso di origine templare riedificato nei primi anni del XV secolo, ed è stato realizzato dal non maggiormente identificato “maestro di San Leonardo”. Purtroppo, non sono note molte informazioni riguardo l’artista, se non che la sua attività si colloca probabilmente nel secondo decennio del 1400 e che la sua influenza stilistica sembrerebbe essere legata alle esperienze figurative lombarde di tardo ‘300. Tra i molti dettagli che questo ciclo di affreschi ci offre, tra cui armi e armature, spicca la lanterna oggetto della nostra ricostruzione:

Maestro di San Leonardo, l’arresto di Cristo. Precettoria di San Leonardo, Chieri (TO)
Maestro di San Leonardo, l’arresto di Cristo (particolare). Precettoria di San Leonardo, Chieri (TO)

Possiamo trovare lanterne simili a quella raffigurata nella Precettoria di San Leonardo anche in altre fonti della nostra area geografica, gli affreschi della Passione di Cristo del Battistero della Collegiata di Santa Maria della Scala di Chieri, realizzati tra il 1432 e il 1435, oltre che nell’affresco realizzato dal pittore piemontese Giacomo Jaquerio a Sant’Antonio di Ranverso (Buttigliera Alta, TO) a partire dal 1410 e raffigurante Cristo in pietà circondato dai simboli della passione (“Arma Christi”, anch’esso un tema ricorrente nell’arte religiosa medievale. Qui una raccolta di immagini sul tema).

Passione di Cristo. 1432-1435, Battistero della Collegiata di Santa Maria della Scala, Chieri (TO)
Giacomo Jaquerio, Arma Christi. 1410 circa. Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, Buttigliera Alta (TO)

Per la ricostruzione della lanterna ci siamo rivolti all’artigiano del legno Ezio Zanini – Viduquestla che, curando sia l’accuratezza dell’oggetto ricostruito che la correttezza storica dei metodi di lavorazione utilizzati per la sua realizzazione, rappresenta un punto di riferimento per la ricostruzione di oggetti lignei del periodo medievale; potete seguire tutte le fasi di lavorazione sul suo sito.

Ecco infine il risultato finale della ricostruzione: due lanterne ispirate agli affreschi di Chieri, la prima a quella raffigurata nella Precettoria di San Leonardo e la seconda a quella raffigurata nel Battistero della Collegiata di Santa Maria della Scala.

Le dimensioni finali dei manufatti sono risultate essere circa 40 cm di altezza, 41 cm di circonferenza nella parte superiore e 50 cm di circonferenza nella parte inferiore della lanterna, dimensioni proporzionate rispetto a quanto mostrato dagli affreschi. Con il tempo avremo modo di testare queste ricostruzioni; intanto abbiamo trovato un modo più che efficace di illuminare le nostre serate rievocative!

Cappella Gallieri: le ultime volontà di un mercante

“Ugualmente volle, comandò ed ordinò che nel luogo che gli deve essere concesso dal Venerando Prevosto Arciprete e dai Canonici della Chiesa Collegiata della Beata Maria di Chieri e da quelli cui competa o competerà in detta Chiesa di S. Maria siano spesi duecento e quaranta scudi d’oro per la costruzione della vòlta della Cappella e delle pitture della stessa Cappella, alla quale volle che fosse costruita la vòlta e che volle affresca bene ed egregiamente con detti duecento e quaranta scudi e che quella Cappella munita di vòlta e dipinta fosse intitolata al B. Giovanni Battista…”

Con questo passo tratto dalle sue disposizioni testamentarie, un chierese commissiona nel quindicesimo secolo una cappella incastonata nel Duomo di Chieri, intitolandola a san Giovanni Battista decollato. Il testatore è Guglielmo Gallieri, aristocratico, mercante e banchiere chierese. Infermo nel corpo, ma non nella mente – così dettava lui nel suo testamento – predispone anche sulla futura manutenzione della cappella, oltre che sulla realizzazione di tutti gli elementi strumentali alle liturgie. Il testamento risale al 13 marzo del 1413 ed è completato con un codicillo datato 2 aprile 1414. I dati arrivano dall’Archivio Storico del Comune di Chieri, presso cui sono conservate copie autentiche di origine cinquecentesca.

Codicillo del 2 aprile 1414 fatto dal Nobile Gallieri al suo testamento del 13/3/1413 (Archivio Comunale)

I contenuti del testamento sono variegati e offrono un’importante testimonianza sull’attenzione dell’uomo medievale alla salvezza della propria anima e alla remissione dei peccati. Gallieri, infatti, precisa che: “vengano ridate e restituite tutte e singolarmente quelle cose che siano arrivate nelle sue mani o in quelle di un altro, a nome suo, da una qualsiasi fonte illecita ed indebita…”. Comanda inoltre che “per la sua anima in remissione dei suoi peccati si cerchino dieci vergini povere, e nulla tenenti, che siano da sposarsi, alle quali volle che si dessero ed offrissero cinque scudi d’oro regio…”.

La cappella Gallieri

Gli esecutori testamentari del Gallieri realizzano le sue volontà e la cappella viene costruita fra il 1414 e il 1418 nella chiesa Collegiata di Santa Maria della Scala di Chieri. Posizionata alla base del campanile, è affrescata con sequenze della vita di Giovanni Battista. Il nobile mercante, nel prevedere l’acquisto di: “un messale, un pianeta sacerdotale, un camice e tutti quegli altri oggetti necessari all’altare” ambisce a realizzare la celebrazione, ogni giorno, di una messa in suo suffragio. La cappella cadde progressivamente in disuso, fino a essere definitivamente sconsacrata e adibita a deposito nel 1584.
Gli affreschi, recuperati con interventi di restauro nel secolo scorso, sono oggi osservabili nel loro antico splendore. La volta del soffitto a crociera presenta nelle sue vele i quattro Evangelisti. Le pareti, ordinate in senso orario a partire da quella che fronteggia l’ingresso, ripercorrono la vita del santo dalla sua nascita, al battesimo di Gesù, fino alla sua decapitazione e sepoltura. Il ciclo è impreziosito dalle rappresentazioni dei busti di alcuni profeti. Ben rappresentato all’interno della Cappella è anche lo stemma della famiglia Gallieri.

Banchetto di Erode (particolare)
Nascita del Battista

Come visitare la cappella Gallieri

Il sito non è sempre accessibile e la sua visita è contestualizzata in alcune aperture speciali, promosse dall’associazione Carreum Potentia. Anche la nostra associazione ha partecipato attivamente alla sua promozione, organizzando una serie di visite guidate che hanno interessato tutto il duomo di Chieri. La Cappella Gallieri, il Battistero e la Cripta hanno rappresentato una cornice unica all’interno del quale tratteggiare la rilevanza del patrimonio artistico ivi contenuto, oltre a narrare l’importanza di Chieri nell’ambito della storia medievale.  

Visite animate alla Collegiata di Santa Maria della Scala, cappella Gallieri, settembre 2018

Per maggiori informazioni:

http://www.jaquerio.afom.it/chieri-to-duomo-cappella-gallieri/

http://www.jaquerio.afom.it/wp-content/uploads/Gli_affreschi_della_cappella_dei_Gallieri-di-Chiara-Zoia.pdf

http://archeocarta.org/wp-content/uploads/2014/11/Tecniche_di_pittura_murale_a_confronto..pdf 

2×1000 alle Associazioni Culturali

Quest’anno, in fase di compilazione della dichiarazione dei redditi, sarà possibile destinare il 2×1000 dell’Irpef alle associazioni culturali iscritte nell’apposito elenco istituito presso il Ministero dei Beni Culturali, tra cui è presente anche la nostra Associazione Culturale Speculum Historiae.
Potete destinare il vostro 2×1000 per sostenere ed aiutare a crescere SH indicando nell’apposito spazio il codice fiscale 97711540019.

Grazie a tutti!

In copertina: Français 162, fol. 165, Saint Matthieu percepteur